Fahrenheit 451 - Ray Bradbury
⭐⭐⭐⭐ Classificazione: 4 su 5. Fahrenheit 451 Autore: Ray Bradbury Editore: Oscar Mondadori Genere: Fantascienza Anno edizione: 2022 Pagine: 166 Consigliato a chi apprezza le narrazioni fantascientifiche di un mondo che è opposto a quello che noi conosciamo. |
Un romanzo speciale, una storia di un mondo futuro fatto di tecnologia, dove i protagonisti sono i pompieri; questi , però non sono di certo eroi, sono uomini che invece di spegnere gli incendi li appiccano.
Gli uomini sono regnati e controllati da un regime totalitario, che gli insegna e impone che i libri non devono essere letti, e questo secondo il regime dovrebbe portare alla felicità dei cittadini. qui entrano in gioco i pompieri, al lavoro per il regime, appiccano incendi nelle case che contengono libri e bruciano tutto.
Un mondo fatto di caos, dove le persone, dominate dall'ignoranza, si fanno guidare da queste idee totalitarie. I personaggi cercano, ovviamente, vie di fuga dalle rigide regole, il protagonista stesso, pompiere che brucia libri, si scoprirà che (SPOILER) possiede e legge libri. questo da quando ha cominciato a nutrire dubbi sulla veridicità delle cose professate dal regime.
Il mondo è fatto di tecnologia, tutto ruota attorno a questo, le case sono dotate di enormi tv, dove passano ininterrottamente pubblicità di ogni sorta, all’esterno di altissimi grattacieli troviamo megaschermi con spot a ripetizione continua. Quello che fa venire i brividi è che ormai è passato il messaggio che non c'è più bisogno di pensare, la tecnologia fa tutto per noi. (chi ha letto 1984? trovate delle somiglianze?). i cittadini hanno tutto a portata di mano, i libri sono superflui nelle vite degli esseri umani.
Questo romanzo, dalla trama apparentemente semplice, nasconde moltissimi spunti di conversazione, dal totalitarismo, il controllo delle masse, fino all'avanzare della tecnologia. Tutti questi sono temi che ho trattato già nella recensione di 1984, per quello trovo molte caratteristiche comuni tra i due romanzi. Principalmente, il fatto che il libro sia stato scritto negli anni cinquanta e l’autore aveva già previsto molti avvenimenti futuri che a oggi si sono verificati. Questo libro spiega come la società sarebbe migliore senza la cultura e il sapere, senza vivere emozioni, esprimendo solamente piacere e paura.
“Siamo in miliardi di esseri su questa terra e miliardi e miliardi sono troppi. Non ci conosciamo tra noi. Nessuno conosce qualcuno degli altri.”
L'autore è in gradi di rendere l'atmosfera talmente squallida da lasciare nei lettori un senso di pesantezza allo stomaco una volta terminato il romanzo che è geniale.
Per meglio inquadrare il contesto in cui si muove il protagonista bisogna tener presente la realtà dell’epoca in cui è stato scritto (1953).
Forse per i più giovani è difficile da immaginare, visto che non parliamo di un remoto passato ma, senza Internet e collaterali, l'unica fonte di conoscenza erano i libri e, di conseguenza, il futuro immaginato dall'autore, senza libri, immersi nell'alienazione data dall'ubiquitaria presenza dei mega schermi della televisione, poteva essere così terribile perché eliminava la conoscenza e tutto quello che l'Uomo aveva costruito ed acquisito negli anni. L'idea di un mondo senza libri mi ha angosciato parecchio, io sono tra coloro che sarebbero denunciati subito dal regime, basta vedere il mio blog, il mio podcast, tutto ciò che circonda il mio tempo libero ruota attorno ai libri!
I libri hanno un po' l'odore della noce moscata o di certe spezie di origine esotica.I libri erano solo una specie di veicolo, di ricettacolo in cui riponevamo tutte le cose che temevamo poter dimenticare"
Il riscatto della cultura in un mondo in cui non è più necessario pensare sembra un monito più che mai attuale. Bradbury ci invita a riflettere sulla strada che stiamo prendendo, sulle scelte che stiamo facendo, dicendoci ecco il vostro futuro se continuerete così, e non poteva avere più ragione in quel tempo.
Il percorso che intraprende il protagonista è come una salita che lo porta a smontare le falsità della sua epoca per avvicinarsi alla verità e riacquistare la sua umanità.
Nessuno più ascolta... ho bisogno di qualcuno che stia a sentire quello che ho da dire. E forse... potrei anche dire qualcosa di sensato.
Il modo disarmante con cui lo scrittore ci mette davanti al nostro ipotetico futuro è magistrale, come per tutte le sue opere anche con Fahrenheit 451 ci troviamo a chiudere il libro e chiederci quanto distanti siamo da questa distopia. Anche questo libro, come 1984, scritto subito dopo la seconda guerra mondiale, trova facilmente molti riferimenti all’annullamento, e per questo motivo penso i due romanzi si possano paragonare in molti punti. Partiamo dal condizionamento psicologico delle masse e all’incapacità delle persone di ribellarsi a un governo che schiaccia e annienta senza dare possibilità di difendersi, qui si parla semplicemente di una restrizione sui libri, ma è solo questo? Il regime potrebbe tranquillamente essere il Grande Fratello di Orwell, anche lui ci mette di fronte all'ignoranza delle persone, è solo grazie ad essa che le masse possono essere controllate, e quale miglior modo di promuovere l'ignoranza se non distruggendo il principale veicolo di cultura? I due romanzi sono strettamente collegati, quasi fossero scritti dalla stessa mano. Si vede che dopo la guerra mondiale, governata da dittatori, erano molti gli scrittori, che tornati alla libertà, hanno voluto denunciare in svariati modi l'annullamento degli individui da parte di dispotici governatori che tentano di controllare le masse. Ecco spiegato perché i libri non servono e sono proibiti, la tv trasmette solo quello che il governo vuole, ci avevate pensato?
Fahrenheit 451 è la temperatura alla quale la carta brucia negli incendi, è un libro affascinante, per certi versi angosciante e inquietante.
Questa è la cosa meravigliosa dell'uomo: che non si scoraggia mai, l'uomo, o non si disgusta mai fino al punto di rinunciare a rifar tutto da capo, perché sa, l'uomo, quanto tutto ciò sia importante e quanto valga la pena di essere fatto,
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